Al XIX “Rome Chamber Music Festival” protagonista il violino Guarneri Del Gesù suonato anche da Paganini

Dal 26 al 29 giugno quattro imperdibili appuntamenti al Teatro Argentina della Capitale per il “Rome Chamber Music Festival” giunto alla sua XIX edizione.
Un programma ogni sera diverso, eseguito da 42 musicisti di cui 35 giovanissimi provenienti da tutto il mondo, che spazierà dal barocco al contemporaneo, passando per Respighi, Stravinsky, Philip Glass, le canzoni di Broadway e di David Bowie.
Suoneranno maestri del calibro di Robert McDuffie (ideatore e direttore artistico del Festival), Sara Mingardo, Nicholas Mann, Elena Matteucci, Ivano Zanenghi, Michael Barrett, Guglielmo Pellarin, Giorgio Fava, Luca Sanzò e molti altri. Gli artisti arrivano da Canada, Cina, Corea del Sud, Germania, Francia, Italia, Malesia, Polonia, Regno Unito, Slovacchia e Stati Uniti d’America.
Sarà Robert McDuffie, direttore artistico del festival, ad esibirsi con il suo inseparabile violino Guarneri del Gesù (ex Ladenburg) del 1735 che fu suonato anche da Niccolò Paganini. Circa 20 anni fa un gruppo di 16 investitori, che si fa chiamare 1735 del Gesù Partners L.P., acquistò ufficialmente il Ladenburg per darlo in prestito al maestro McDuffie. Il valore attuale di questo straordinario strumento è di oltre 3,5 mln di dollari.
Molta attesa per la Suite dedicata a David Bowie e l’ormai classico Philip Glass con il concerto “Le quattro stagioni americane” da lui composto per Robert McDuffie e il suo magico violino.
Il programma del Festival accosta senza inibizioni Schubert, Brahms e David Bowie, perché, sottolineano gli organizzatori, “questo festival non ha mai inteso la musica da camera come ambito culturale riservato a soli raffinati intenditori, ma da sempre il Rome Chamber mescola i generi, senza snobismi e con uno spirito tipicamente americano”.
Uno spirito che McDuffie stesso sintetizza al meglio quando con le sue scelte artistiche ribadisce, anno dopo anno, la necessità di “abbattere l’idea che la musica classica sia un oggetto d’antiquariato”. La trasmissione del sapere classico, così, nel serrato dialogo tra Europa e Stati Uniti, entra nel terzo millennio. (aise) 

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